martedì 10 gennaio 2012

Il genitore "utile allo sport"

«La mia maestra ha detto che da quando ho cominciato a giocare a calcio con l’allenatore sono molto più ‹disciplinata› in classe. Ho chiesto alla mamma cosa volesse dire questa parola e mi ha spiegato che significa comportarsi meglio e ascoltare quando gli altri parlano e ha detto che è vero, perché anche a casa sono più brava…»

I bambini che praticano regolarmente un’attività sportiva guidata possono trarre insegnamenti sociali molto utili da questa esperienza, a patto però che nel progetto di formazione sportiva i genitori occupino uno spazio adeguato. In altre parole, la famiglia deve essere coinvolta in modo equilibrato nella «carriera sportiva» del giovane. Nelle pubblicazioni di psicologia dello sport il genitore «utile allo sport» è definito nel modo seguente:

  • è presente, si impegna a conoscere e capire il proprio figlio per le qualità, i limiti, le intenzioni, i desideri, i bisogni, gli errori ed i successi;
  • stima il figlio nonostante gli errori e i limiti;
  • rispetta le regole, gli avversari, gli allenatori e gli istruttori e le decisioni arbitrali;
  • fa critiche costruttive utilizzando messaggi chiari;
  • incoraggia a competere sulla base delle proprie capacità;
  • rispetta il ruolo dei tecnici (allenatori e istruttori) e collabora con loro, evitando di esprimere rimostranze o critiche in presenza dei figli;
  • chiede, se lo ritiene opportuno, chiarimenti ai tecnici evitando così di alimentare pettegolezzi che creare tensioni tra gli atleti. 
  • Origine: Fischer, M., Imbach, R. (2003). Laura e i suoi amici sognano la grande partita. Associazione Svizzera di Football (ASF), Berna.

1 commento:

  1. Ovviamente ci si aspetta che tutti i genitori fossero così. Ma magari! Bisognerebbe, prima di allenare i figli, istruire anche i genitori su come comportarsi nell'attività fisica. Se tutti i genitori seguirìssero queste poche regole fondamentali, non ci sarebbero più problemi e conflitti nelle socetà sportive.

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